Cominciamo dai bambini.
Fino all'età di 3 anni il cibo deve essere completamente senza sale perchè i reni sono ancora immaturi e bisogna educarli sin dallo svezzamento a mangiare le verdure.
L'abitudine a mangiare verdure abbassa la necessità di sapori marcati e favorisce un apporto inferiore di sale.
Di riflesso, aumenta la capacità di apprezzare i sapori delicati a ridotto apporto calorico: ortaggi di stagione, frutta, pesci magri, yogurt, ecc.
Vengono così introdotti nell'organismo più enzimi e più fibre, che svuotano l'addome, combattono i gonfiori, conservano attivi i meccanismi metabolici che bruciano i grassi.
Vengono introdotti elementi nutritivi fondamentali per la crescita di parti nobili come ossa, muscoli e cervello.
Per uscire da una "dipendenza" da sale conviene:
eliminare i cibi che contengono una dose eccessiva di sale;
usare condimenti che danno più sapore ai piatti, ma non pesano sulla linea e sulla salute:
condire verdure, carni, pesci con succo di limone. L'acido è percepito da un'area laterale della lingua vicina a quella sensibile al salato e attenua la necessità di sale;
scegliere sale iodato per mantenere i giusti livelli di iodio o sale marino integrale;
non usare sale crudo, ma solo per cucinare;
insaporire senza sale, ma con basilico, timo, rosmarino, prezzemolo e secondo il tipo di ricetta, con noce moscata, cannella, chiodi di garofano, salvia, alloro, cumino. Ottimo anche lo zenzero, piccante e decongestionante, che si grattugia fresco su insalate e pesce.Il peperoncino: ricco di vitamina C ed E, è un valido antiossidante e antiage.
In alternativa al dado si può usare il miso, un composto concentrato a base di soia e cereali come orzo o riso e sale marino integrale. Va aggiunto a fine cottura ed anche questo con parsimonia.
Scrivimi: dr.ssa Cristina Pisani
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